Forse le moto sono diventate troppo potenti e veloci? Sì. Tanti piloti non hanno la necessaria esperienza? Sì. I circuiti sono ancora troppo insicuri? Sì. O forse ancora sono conseguenze dello sport system che ha una pressante necessità di risultati in questi tempi di sponsor e capitali in fuga? Sì, con l’aggravante che era così anche in passato.
Purtroppo è stato messo su un baraccone che tratta la vita dei piloti come un qualsiasi altro ingrediente tecnico. Quando una gomma è usurata la si cambia. Lo stesso si fa con il pilota. Il problema è che lo start-system ha bisogno di pathos ed il grave incidente in diretta non fa altro che aggiungere un ingrediente fondamentale per lo spettacolo: assistere alla morte di una persona! Se non ci fosse questa oscura ombra sempre presente una parte del brivido non ci sarebbe!
Ricapitolando: 0. i piloti sono persone e non materiale di consumo; 1. moto meno veloci e potenti; 2. piloti più esperti (mettere dei limiti di età ed esperienza per accedere alle varie categorie: per esempio moto3, almeno 18 anni e 5 anni di esperienza in categorie minori); 3. si corre solo su circuiti veramente nuovi e sicuri; 4. penalizzare lo show in caso di gravi incidenti e sanzionare gli organizzatori; basta appellarsi alla fatalità ed al fatto che nessuno li ha costretti a fare il pilota. La maggior parte viene immessa nell’ingranaggio che li stritola quando sono ancora dei ragazzi pieni di sogni di gloria e non degli adulti consapevoli dei rischi che corrono.
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Di: alessandro.tiri
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